La terapia metacognitiva interpersonale è nata a metà degli anni novanta come trattamento specifico per i disturbi di personalità ed è oggi il trattamento più efficace per i disturbi borderline, narcisistico, dipendente, paranoide ed evitante di personalità.
Il metodo si basa sugli studi sulla metacognizione, che hanno evidenziato come nei disturbi di personalità ci siano deficit specifici di questa particolare funzione mentale.
La metacognizione è la capacità di leggere i propri stati mentali: emozioni, pensieri, intenzioni, desideri e bisogni e ricondurli al contesto ed alla relazione vissuta nel momento; è inoltre la capacità di leggere gli stati mentali delle persone con cui siamo in stretta relazione.
La metacognizione si impara e si sviluppa sin da bambini, ma a volte questo processo non si completa correttamente e possono insorgere vari problemi psicologici e psichiatrici, tra i quali i disturbi di personalità.
I deficit metacognitivi sono assolutamente risolvibili, in quanto non sono determinati da danni neurologici, quindi attraverso la terapia metacognitiva interpersonale si può guarire.
Come funziona la TMI?
Il terapeuta raccoglie la memoria autobiografica del paziente, aiutandolo a ricostruire aneddoti di vita dettagliati e ben collocati nel tempo.
Successivamente, metterà in luce i pensieri e i processi mentali problematici, aiutando il paziente ad aumentare la consapevolezza di sé.
Infine, promuoverà lo sviluppo di una maggior elasticità mentale, portandolo a considerare le proprie idee come alternative possibili e non più come verità assolute.
A questo punto il paziente inizierà a relazionarsi con gli altri integrando le diverse parti di sé: quelle adattive e quelle problematiche.
